di redazione
I robot ci aiuteranno o ci comanderanno? Diventeranno un valido sostegno per gli uomini sul posto di lavoro? Li sostituiranno totalmente oppure saranno uno strumento da contenere? E quali sono i rischi per la salute e la sicurezza? Parliamo non di semplici macchine comandate da leve e pulsanti ma di IA, intelligenze artificiali.
L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha recentemente pubblicato un “documento di riflessione” per affrontare i vantaggi e i rischi degli strumenti di intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro. Si tratta di un rinnovato interesse che da un paio di anni i Paesi del mondo hanno mostrato tornando a stanziare ingenti finanziamenti per la ricerca. “Secondo alcune previsioni, l’IA contribuirà a un aumento del 26% del prodotto interno lordo (PIL) della Cina entro il 2030. Per l’America del Nord si prevede un incremento del 14,5 % (PwC, 2018a) mentre l’IA, secondo alcune stime, creerà tanti posti di lavoro quanti contribuirà a eliminarne”.
Le opportunità per il progresso e la crescita industriale sono indubbie, ma la IA solleva anche importanti questioni relative alla salute e la sicurezza sul lavoro. I rischi di natura psicosociale legati a luoghi di lavoro altamente digitalizzati sono già noti: stress, discriminazione, precarietà e intensificazioni del ritmo fino alla violenza fisica.
In questo quadro anche i professionisti del settore, come i consulenti in materia di salute e sicurezza, i formatori e gli RSPP, devono tenere conto degli sviluppi che queste tecnologie portano anche all’interno della sfera della sicurezza. Le implicazioni per i lavoratori e per le procedure di sicurezza sono variegate e destinate a cambiamenti anche molto repentini.
“I rischi si accentuano quando gli strumenti tecnologici già esistenti vengono potenziati dall’IA o quando quest’ultima viene introdotta ex novo per la gestione e la progettazione del luogo di lavoro. In effetti, l’intelligenza artificiale ingigantisce i rischi poiché consente un monitoraggio e un controllo maggiori”.
Ovviamente, non è la tecnologia in sé stessa a creare questi rischi, ma sono l’uso e le applicazioni a creare condizioni positive o negative.
Le integrazioni dell’IA con il settore delle risorse umane, per esempio, sono molto diffuse, in special modo nelle “people analytics” e sono un’applicazione in crescita per risolvere i “problemi” legati al personale, per analizzare e valorizzare i talenti, e così via. Tuttavia, un processo decisionale legato a un algoritmo senza il coinvolgimento del fattore umano e considerazioni etiche può aumentare il livello di stress e di ansia. Pensiamo poi se questo algoritmo dovesse andare a incidere su indici di performance, premialità, crescita professionale.
I lavori di produzione invece sono quelli che da sempre risentono maggiormente dei rischi portati dall’automazione. Gli studi li suddividono in tre macroaree: la collisione uomo/robot, i rischi per la sicurezza e i rischi ambientali.
“L’interazione uomo-robot crea sia rischi che vantaggi in termini di SSL per quanto riguarda gli aspetti fisici, cognitivi e sociali, tuttavia un giorno i cobot potrebbero avere la capacità di ragionare e quindi dovranno far sentire gli umani al sicuro”.
Bibliografia: