Abstract: ma come possiamo organizzare un intervento formativo che sia realmente efficace? Ci sono metodi o pensieri migliori? Basta prendere e andare in aula oppure dobbiamo considerare qualche fattore in più?
CAMILLA CORRAINI – formatrice, RSPP, consulente esterno
POV: sei un lavoratore che sa fare il suo mestiere
Ti chiama l’ufficio del personale e ti dice “ciao, domani sei convocato per il corso di formazione generale 4 ore in cui ti diranno chi sono le persone dell’organigramma aziendale e che cosa fanno, e poi sarai convocato per 12 ore (di cui 4 domani e 8 intere dopodomani) che serviranno per spiegarti come si fa il tuo mestiere e quindi quali sono i rischi che hai per fare quello che normalmente fai da 35 anni a questa parte”.
Voi come la prendereste?
Qui parte il primo pensiero riferito alla formazione: nel momento in cui io formatore penso di insegnare agli altri a fare il loro mestiere … Io che, come si dice dalle mie parti, sono arrivata ieri con scadenza domani, mi arrogo il diritto di spiegarti come si fa il tuo lavoro, parto già che sostanzialmente ho fallito, perché propongo una cosa non solo irrealizzabile ma anche perché mi metto nella posizione dell’arrogante e dell’inutile perché al lavoratore che è 35 anni che fa il suo mestiere, che sia un saldatore, un macellaio, un disegnatore di disegno tecnico, o qualsiasi altra lavorazione che mi possa venire in mente, io non posso insegnare nulla, non da me che arrivo dalla formazione, da un percorso didattico differente o che faccio o ho fatto in passato mestieri diversi dal tuo, io che anche faccio la RSPP e facendo la RSPP ho ben contentezza dei rischi aziendali e magari possiamo anche dire che ne ho di più di contentezza rispetto al saldatore o un macellaio ma di sicuro rispetto all’esperienza lavorativa non posso competere. Devo partire da una precisa considerazione: io non posso spiegare alla persona come si fa il suo mestiere sia perché non spetta davvero a me, sia perchè loro ne sanno tantissimo di più, sia perché tecnicamente non è formazione quella roba lì ma al massimo addestramento.
E poi c’è un secondo pensiero: siamo sicuri che io riesca ad essere efficace in aula tenendo un lavoratore per 16h in due giorni? C’era un pezzo di un comico genovese, Luca Bizzarri, un comico che io adoro tantissimo, che si pone proprio il problema di quanto io possa davvero pensare di fare un intervento completo di una giornata nel momento in cui l’attenzione media è diventata quella dei reel sui social. Da piccoli siamo riusciti ad andare a vedere uno spettacolo teatrale e rimanere quattro ore seduti, oggi persino le partite di calcio sono considerate lunghe tanto che sembra che qualcuno voglia accorciarla perché due tempi da 45 minuti sono troppi, e allo stesso modo le gare della MotoGP hanno doppiato format ma la sprint dura la metà del tempo. Tutti i social vivono con tempi brevissimi perché più di un minuto di racconto noi non siamo più in grado di guardarlo. Se ripropongo lo stesso pensiero nella formazione, posso davvero pensare che un momento formativo di 8 ore magari pure online sia efficace? Io non oserei dire…
E allora proviamo a fare un po’ di ordine e proviamo a inserire le considerazioni che mi possano portare a concepire e realizzare un intervento formativo che possa almeno in parte funzionare:
- devo sapere chi ho di fronte: sono lavoratori novelli che hanno iniziato il loro percorso ieri? Sono lavoratori che lavorano da mille anni? Sono lavoratori che hanno vissuto infortuni gravi? Possono stare seduti tutte le ore? Ho bisogno di “ingaggiarli” in qualche modo? Tutte queste considerazioni mi permettono di centrare il mio elenco di argomenti su una struttura di aula reale, con persone con caratteristiche reali
- di cosa devo parlare? Ho un elenco di argomenti predefiniti perché quelli sono scritti in leggi o accordi o posso spaziare a seconda delle loro necessità? Li conosco? So intercettare i loro bisogni formativi? Loro di che cosa hanno realmente bisogno?
- come posso organizzare logisticamente la formazione? Devo per forza fare 8h filate fino allo stremo delle forze oppure possiamo fare piccoli blocchi da meno ore? Devo proprio avere in aula 35 persone oppure possiamo fare gruppi più piccoli con cui riuscire a lavorare meglio?
- siamo sicuri che sedermi e parlare per ore di fila con voce mononota sia la scelta azzeccata? E se utilizzassi strumenti differenti? Che ne so… la lavagna, i post it, i contenuti video, la creazione di un racconto condiviso, le carte da gioco…. Quanti strumenti abbiamo che possiamo utilizzare?
Metodi noiosi | Metodi coinvolgenti |
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La parlata mononota | L’utilizzo corretto della voce |
Le sole slide | I tanti strumenti |
Parlare da soli | Coinvolgere la classe |
Parlare per ascoltare la propria voce | Ascoltare la voce di tutti |
Come si può notare è chiaro che la preparazione del formatore e la sua capacità rendono lo stesso argomento mille volte più coinvolgente se sono stata in grado di scendere dal piedistallo di “quello che sa e che parla” e riportarmi sul livello comunicativo diverso.
E come potete vedere, anche nello scrivere si possono fare lavori differenti: con grande probabilità la prima pagina era visivamente estremamente meno interessante della seconda. Pensiamoci quando andiamo in aula.