di Roberto Martin
L’efficienza degli impianti di spegnimento a gas è direttamente proporzionale alla delicatezza con cui questi gas vanno considerati.
Questo genere di sistemi di estinzione incendi si basano sul principio di riduzione della concentrazione di ossigeno nell’area protetta ad un valore che ne impedisca la combustione.
Per proteggere dal rischio asfissia, il Comando dei Vigili del Fuoco di Biella ha recentemente pubblicato una circolare, invitando le attività che detengono impianti con questa tipologia alla rivalutazione dei rischi connessi all’utilizzo degli estinguenti gassosi e “dei conseguenti interventi per la riduzione dei rischi medesimi, laddove ritenuti necessari per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”.
L’iniziativa arriva come risposta al tragico incidente che nel 2018 si verificò nella sede dell’Archivio di Stato di Arezzo, in cui morirono asfissiati due dipendenti. Ad essere loro fatale fu una perdita di argon nel locale deposito bombole che costituiva l’estinguente del loro impianto antincendio. Il Comando dei Vigili del Fuoco sono lungimiranti nel richiedere questa attività. Si tratta certamente di un’operazione molto significativa per le aziende nelle aree di competenza di Biella, ma che ci accende una lampadina perché, con i giusti accorgimenti, potrebbe estendersi anche per le altre aree territoriali.
Tutte le aziende che utilizzano questa tipologia di impianti, infatti, potrebbero, in via del tutto preventiva, effettuare una valutazione dei rischi aggiuntiva.
I rischi prevalenti riguardano:
- il pericolo di scoppio delle bombole
- la quantità di gas estinguente che esse contengono, poichè, in caso di perdite, tale gas potrebbe provocare un abbassamento repentino della quantità di ossigeno nell’ambiente
- la classificazione del gas estinguente quale sostanza pericolosa per l’organismo.
Un’attenzione in più che supera quelli che sono i meri adempimenti di legge può contribuire a salvaguardare in maniera importante la salute e la sicurezza dei lavoratori.
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