di redazione
Il Radon, naturalmente presente nel terreno può costituire un rischio per la salute dei lavoratori, in particolare in caso di locali interrati o seminterrati.
Il 31 luglio 2020 è stato emesso il D.Lgs 101, entrato in vigore il 27 agosto. Il Decreto introduce nel nostro Paese importanti novità in materia di prevenzione e protezione dalle radiazioni ionizzanti, adeguando la normativa vigente a quanto previsto in sede europea.
Le principali disposizioni in materia riguardano:
- Una riduzione del livello di riferimento consentito, che scende a 300 Bq/m3;
- L’introduzione della necessità di effettuare misurazioni di concentrazione del Radon anche ai piani terra
- L’introduzione della figura di “esperto in interventi di risanamento Radon” per la progettazione, gestione e controllo degli interventi correttivi eventualmente necessari a ridurne la concentrazione negli ambienti;
- L’introduzione di una periodicità definita per l’effettuazione delle misure, pari ad 8 anni in caso di valori inferiori a 300 Bq/m3, che scendono a 4 anni in caso vengano adottate delle misure specifiche per scendere al di sotto del valore di riferimento (e, qualora non sia possibile scendere al di sotto di tale valore, viene introdotta la necessità di una valutazione delle dosi efficaci annue).
La valutazione dell’esposizione al rischio radon (art. 16) si deve applicare ai seguenti luoghi di lavoro:
- Luoghi di lavoro sotterranei;
- Luoghi di lavoro in locali seminterrati o situati al piano terra, localizzati in aree considerate prioritarie stabilite a livello regionale;
- Specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano nazionale d’azione radon;
- Stabilimenti termali.
La valutazione del rischio dovrà andare ad individuare la possibilità che alcuni lavoratori, in base alle caratteristiche della loro mansione ed in base ai luoghi abitualmente frequentati, possano essere esposti a concentrazioni di radon, espresse come media annua, superiori ai nuovi valori di riferimento del D.Lgs. 101/2020 i quali sono pari a 300 Bq/m3.
Entro agosto 2021 sarà adottato un nuovo “Piano nazionale d’azione per il radon”, concernente i rischi di lungo termine dovuti alla sua esposizione.
L’adozione del Piano d’azione nazionale aiuterà a definire:
- Specifiche attività lavorative per le quali il rischio di esposizione al lavoro deve essere oggetto di attenzione;
- Strumenti tecnici operativi (linee guida e procedure);
- Strategie e criteri attraverso i quali le regioni potranno individuare le aree prioritarie;
Misure per rendere le politiche sul radon compatibili e coerenti con quelle sul risparmio energetico o sulla Indoor Air Quality (IAQ).
L’articolo è estratto dall’aggiornamento normativo curato da EcoSafe. Il testo completo è una prerogativa dei possessori del servizio SCAN. Scopri di più