In queste settimane di mobilitazione nazionale, vi presentiamo una sintesi delle disposizioni e dei provvedimenti pubblicati da Organi ufficiali e dal Ministero della Salute in materia di Coronavirus. Lo scopo è fare chiarezza all’interno del mare di informazioni trasmesse dai mass media e dare uno strumento in mano alle aziende quanto più concreto possibile.
Le aziende devono proteggere i lavoratori dal punto di vista del rischio biologico, ma anche pensare a ripartire e mantenere quanto più continua possibile la propria attività lavorativa.
In questo contesto, come riorganizzarsi per operare in sicurezza?
Ultimi aggiornamenti (14 aprile)
Sono molteplici i Dpcm, i provvedimenti e le disposizioni pubblicate fin’ora per contrastare la pandemia da Covid-19. Abbiamo cercato di fare chiarezza mettendo in ordine cronologico le più significative azioni attuative emanate dalla Presidenza del Consiglio, dai Ministeri e dall’Inail in un documento pdf che potete scaricare gratuitamente da questa pagina.
Sabato 14 febbraio è stato sottoscritto da Governo e parti sociali il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. Le linee guida in esso contenute permettono la prosecuzione delle attività produttive che può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione.
In ambito aziendale, qualora la realtà produttiva rimanga aperta, è importante sottolineare le disposizioni principali, alcuni delle quali – applicabili in altri ambiti – possono dare uno spunto per comporre un piano di prevenzione all’interno della propria Organizzazione:
- le attività produttive che sarebbero sospese ai sensi della lettera a del Dpcm del 22 marzo possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile
- la sospensione di attività convegnistica e congressuale
- la sospensione di manifestazioni ed eventi, sia pubblici che privati
- la possibilità di prendere spunto dai punti c, f e h dell’articolo 2 del Dpcm del 4 marzo, estendendo in azienda le misure igienico sanitarie, con la messa a disposizione di disinfettanti per l’igiene delle mani o interventi di sanificazione e pulizia degli spazi
- prestare attenzione al punto b dell’articolo 2 del Dpcm del 4 marzo, raccomandando a persone affette da patologie croniche o con stati di immunodepressione, di adottare le raccomandazioni di non uscire e di evitare i luoghi affollati
- in casi particolari di personale in gravidanza con altre specificità di salute, adottare le misure per il lavoro agile e, qualora questo non sia possibile, applicare comunque l’astensione del lavoro con una forma di aspettativa o quant’altro si possa mettere in pratica di concerto con il lavoratore per tutelare quanto più possibile.
Rimangono sempre attuali e di ottima consultazione i seguenti siti istituzionali:
Vai al sito dedicato ai temi del Coronavirus del Ministero della Salute
Vai al sito della Presidenza del Consiglio per leggere le disposizioni complete
Leggi gli aggiornamenti dalla Regione Piemonte
Obblighi aziendali
Il D.Lgs. 81/08 –che trova applicazione anche alle situazioni come quella di emergenza attuale– stabilisce che il datore di lavoro “ha la responsabilità di tutelare i lavoratori dall’esposizione a rischio biologico”.
Consigliamo di istituire, ove possibile, un comitato per l’emergenza –operativo e decisionale– che monitori quotidianamente lo stato dell’arte e adotti in modo rapido provvedimenti e misure in base alla contingenza dell’andamento dell’emergenza. Da pù fonti normative, non si ritiene giustificato l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi in relazione al rischio associato all’infezione da Coronavirus, ma riteniamo utile predisporre e tenere aggiornato un DVR specifico e una linea guida interna di procedure da adottare.
Diversamemte, può essere utile redigere un piano di intervento con il Servizio di Prevenzione e Protezione e con il Medico Competente, aggiornato quotidianamento in base ai profili aziendali, dei lavoratori e del contesto.
EcoSafe ha istituito sia un gruppo di lavoro interno, sia supportato alcune aziende clienti, per dare un apporto tecnico: diffusione di circolari, l’aggiornamento della documentazione (ad esempio il piano di gestione delle emergenze) e attività di consulenza sul come operare per la tutela dei lavoratori e dell’azienda.
Questo anche nell’ottica di tutelare le aziende in materia di ottemperanza al d.Lgs 231/2001. Il dibattito in questi giorni è quanto mai acceso: l’aggiornamento formale del DVR da solo potrebbe non essere sufficiente. Le aziende sono chiamate ad adottare misure concrete che investono più ambiti: smart working, annullamento delle trasferte, delle riunioni, sospensione di corsi di formazione in aula, pulizie straordinarie degli spazi e via dicendo.
Leggi il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri 25 febbraio 2020 (Gazzetta Ufficiale n. 47, 26 febbraio 2020): ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Norme di comportamento
L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute ha istituito un decalogo per affrontare l’epidemia di informazioni legata al Sars-Cov-2. Ogni datore di lavoro è invitato a leggerlo e adattare questo manifesto alle proprie esigenze aziendali, diffondendolo al proprio interno e invitato i lavoratori a mantenere un comportamento responsabile.
Il decalogo è disponibile per la consultazione online o scaricabile come poster o pieghevole ed enumera anche le false notizie da ignorare in tema di diffusione del contagio.
Vai alla pagina dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ecco l’opuscolo esemplificativo pubblicato dal Ministero della Salute:
Leggi le FAQ del Ministero della Salute in materia di Coronavirus.
Lavoratori di rientro da un viaggio in Paesi a rischio o sospetto di contagio di un collega, familiare o conoscente
Tutti i lavoratori che rientrano da viaggi nei paesi a rischio identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dovranno ottemperare alle eventuali ordinanze emesse dalle Autorità italiane. Ciò potrà comportare misure come l’obbligo di permanenza domiciliare e la sorveglianza attiva.
Le due settimane successive il ritorno dal viaggio sono il periodo di incubazione in cui è necessario tenere sotto controllo i sintomi: febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie.
Qualora dovessero presentarsi non recarti al lavoro, isolati dai tuoi familiari, rimani in casa e chiama il numero telefonico del Ministero della Salute 1500.
Se presenti sintomi respiratori riconducibili all’infezione da Coronavirus, se vieni sottoposto a isolamento preventivo avvisa il Datore di Lavoro che a sua volta provvederà ad allertare il Medico Competente.
Si raccomanda di adottare tutte le misure previste dal Protocollo di regolamentazione per i luoghi di lavoro (vai all’approfondimento). Nel caso venga riscontrato una positività al Covid-19 o si debba prestare assistenza a un collega che presenta i sintomi si rimanda alle linee guida sopra citate:
- dichiarare immediatamente lo stato all’ufficio del personale e procedere all’isolamento della persona che ha contratto il virus e e all’attivazione delle misure come da indicazioni del Ministero della Salute
- l’azienda è tenuta a collaborare con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali “contatti stretti” e adottare le relative misure di contenimento del contagio.
Smart Working
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2020 N. 47 il DPCM del 25 febbraio 2020, prevede l’estensione dell’ambito geografico di applicazione del lavoro agile (smart working), in considerazione dello stato di emergenza sanitaria derivato dalla diffusione del Coronavirus nelle regioni del Nord Italia.
Con il DPCM del 1 marzo 2020 “cessano di produrre effetti il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 febbraio 2020, nonché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 febbraio 2020.
Gli obblighi di informativa sulla salute e sicurezza nel lavoro agile nei confronti dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) sono assolti in via telematica.
Attenzione: lo smart working esteso, può determinare nuovi rischi e scenari che devono essere valutati: i lavoratori isolati, l’assenza o una copertura non adeguata di addetti antincendio / primo soccorso.
Privacy
Il Garante della Privacy si è espresso in materia di Coronavirus ed ha pubblicato alcune raccomandazioni per arginare iniziative “fai da te” sulla raccolta dei dati.
Gli uffici sono stati inondati di domande –da parte di enti pubblici e privati– in merito alla possibilità di raccogliere dati sullo stato di salute di dei propri dipendenti, visitatori, fornitori. Ma l’Autorità rifugge questa opzione e raccomanda di evitare qualsiasi iniziativa di questo tipo.
E se il datore di lavoro “deve astenersi dal raccogliere, a priori e in modo sistematico e generalizzato, anche attraverso specifiche richieste al singolo lavoratore o indagini non consentite, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore”, questi deve segnalare in modo tempestivo “qualsiasi situazione di pericolo per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro” e affidarsi al medico di base nel caso abbia soggiornato in zone a rischio epidemiologico o manifesti i sintomi del virus.
Leggi l’articolo completo sul sito del Garante della Privacy.
Una dichiarazione è disponibile in lingua inglese e scaricabile dal sito European Data Protection Board.
Numero di pubblica utilità del Ministero della Salute 1500
Numeri verdi regionali:
Regione Piemonte: 800 333 444
Regione Veneto: 800 46 23 40
Regione Lombardia: 800 89 45 45
Regione Toscana: 800 55 60 60
Regione Emilia-Romagna: 800 033 033
Provincia autonoma di Trento: 800 867 388
Regione Campania: 800 90 96